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Counseling Espressivo & Arteterapie

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:::>>> QUANDO SI BUCANO LE NUVOLE

Introduzione alle Costellazioni familiari secondo il metodo di Bert Hellinger

di Barbara Bedini

 

Il saggio accetta il mondo così com’è,
senza paura e senza obiettivi.

Riesce ad osservare perché è in armonia,
e interviene per quanto richiesto dal flusso della vita.

La saggezza è il frutto di lunga disciplina ed
esercizio; tuttavia chi la possiede, lo fa senza fatica.

E’ sempre in cammino e raggiunge la meta, non
Perché cerca. Cresce.

                                                                                         (da “Gli ordini dell’aiuto” di Bert Hellinger)

 

Aspettavo di partecipare ad un incontro sulle Costellazioni familiari da molto tempo: la dott.ssa Elisabetta Toniolo ci accoglie con gesti familiari e ci fa sedere in cerchio dopo aver reso le luci della sala più intime e rilassanti.
Sono un po’ preoccupata perché non so ancora bene di cosa si tratta e temo di uscire appesantita come mi era capitato agli ultimi incontri sullo psicodramma: speriamo bene…
Fortunatamente, quel leggero senso di resistenza inizia a sciogliersi come neve al sole fin dalle prime battute: la parte didattica si mescola subito a quella esperenziale, attraendo l’attenzione di tutti, clienti ed addetti ai lavori. La dott.ssa Toniolo ci spiega l’obiettivo delle Costellazioni familiari: quello di ricucire ferite d’amore, corti circuiti energetici - per chi, aggiunge per inciso, non si sente troppo turbato dal termine - che si sono create all’interno della propria famiglia d’origine, intesa in senso allargato, ma poi circoscritta inevitabilmente al rapporto con la madre. Ferite d’amore che, interrompendo il libero fluire energetico dentro di sé e quindi dentro la propria vita, impediscono il regolare svolgimento di rapporti affettivi, siano essi di coppia, genitoriali o di altro tipo, sul presupposto che è impossibile vivere rapporti liberi ed emotivamente adulti se prima non si sono risolti i conflitti all’interno della famiglia d’origine.
Questi solitamente si instaurano quando i genitori non sono in grado di gestire e risolvere conflitti che appartengono a loro e solo a loro, ed i figli, per l’amore incondizionato che provano verso di loro, se ne fanno carico assumendosene la responsabilità in modo da liberare il genitore dal difficile compito che gli sarebbe proprio.
Ora, la dott.ssa Toniolo mette subito in chiaro la differenza tra un intervento di tipo psicoterapeutico e un intervento di Counseling secondo il metodo delle Costellazioni familiari: in quest’ultimo approccio non si lavora a livello razionale, elucubrando su presunte colpe o disattenzioni del genitore ‘mancante’, ma si lascia andare la mente dando spazio alla coscienza emotiva allo scopo di accettare le cose ‘così come sono’, dato che compito fondamentale del genitore era solo quello di donarci la vita, rientrando tutto il resto nella sua storia personale.
Non esistono colpe, quindi, né giudizi o verdetti di colpevolezza: se il nostro genitore non è stato capace di donarci amore puro ed incondizionato probabilmente è stato perché lui stesso non ha ricevuto a sua volta un sufficiente grado di amore dai suoi genitori, e così via. E ancora: quante volte ci è capitato di sentirci intrappolati in una situazione, in uno schema comportamentale che riconosciamo come non nostro ma da cui non riusciamo ad uscire?
La dott.ssa Toniolo, la chiamerò confidenzialmente Elisabetta, d’ora in avanti, spiega che questo solitamente succede quando ci siamo accollati un conflitto non nostro, ma appartenente ad uno o più dei nostri familiari, quando cioè si viene a creare quello che Bert Hellinger chiama in modo chiaro “irretimento”.
Ci sono figli, infatti, che per l’immenso amore che nutrono verso i genitori sono disposti a rinunciare a tutto, per loro, perfino alla vita stessa.
Figli che addirittura arrivano a seguire il genitore defunto morendo a loro volta, in senso letterale o metaforico, magari perché non riescono ad elaborarne il lutto, finendo così per costruire tutta la loro vita su fragili fondamenta condizionate fortemente da questa loro personale sofferenza irrisolta. Sofferenza che, quando non elaborata dal figlio, si trasferirà a sua volta sul figlio del figlio, finendo per squilibrare l’intero assetto degli equilibri di quel sistema familiare.
Le Costellazioni familiari ci insegnano quanto abbiamo una visione limitata degli accadimenti della nostra vita, attratti come siamo da ciò che abbiamo sotto – o appena sopra – gli occhi piuttosto che da ciò che sfugge all’apparente controllo fornitoci dai nostri sensi.
A questo proposito, Elisabetta riporta l’esempio di chi, seduto nella sala d’aspetto di un aeroporto in un giorno di pioggia, è così preoccupato per il temporale che si agita sopra di lui che non riesce a pensare ad altro: solo quando l’aereo sarà decollato ed avrà bucato quel tetto di nuvole minacciose, oltrepassando la tempesta, il nostro viaggiatore si renderà conto che al di sopra del cielo nero che si agitava sopra di lui quando era seduto nella sala d’aspetto dell’aeroporto, si trova in realtà un cielo sorprendentemente calmo e sereno.
Elisabetta aggiunge poi che secondo la teoria elaborata da Bert Hellinger, all’interno di qualsiasi sistema umano esistono i cosiddetti ‘ordini dell’amore’, meccanismi invisibili che se violati possono provocare dipendenze emozionali, malattie e conflitti: quando si viene a creare una situazione di irretimento, infatti, un individuo replica a sua insaputa parte del destino di un nonno, di uno zio o di un altro membro della famiglia, addirittura anche senza averlo mai conosciuto, oppure si trova invischiato suo malgrado nelle dinamiche dei genitori, o ancora si trova a percepire un’emozione che un suo lontano parente non è stato capace di esprimere.
In tutti questi casi, le Costellazioni familiari ci permettono di prendere coscienza che le nostre scelte, le nostre emozioni ed i nostri pensieri spesso non nascono in realtà dalla parte più autentica e profonda di noi stessi, ma sono la risposta ai condizionamenti imposti dall’anima collettiva del sistema familiare di appartenenza.
Il Costellatore ha pertanto il compito di far emergere tali dinamiche inconsce in modo tale che il cliente riconosca la realtà per quella che è e si liberi una volta per tutte dagli irretimenti.
Solo una volta compiuto questo passo, infatti, la persona sarà in grado di riprendere in mano la propria vita e di dare e ricevere amore in modo autentico e svincolato.
Le Costellazioni familiari ci insegnano quindi ad allargare il nostro punto di vista, a bucare le nuvole, a compiere una sorta di operazione di streching della realtà che ci aiuti a leggerla per quella che è, priva di errori o storture ma anzi perfettamente dotata, proprio grazie alle sofferenze con cui siamo portati a confrontarci, dei mezzi di cui abbiamo bisogno per espandere la nostra coscienza ed arrivare a centrare ancora di più il nostro ‘nucleo’ puro, incontaminato, divino – con buona pace ancora una volta di chi avverte una certa scomodità nell’uso di termini ‘mistici’: studioso di Teologia ed ex missionario cattolico in Sudafrica, è lo stesso Hellinger, infatti, a sostenere che le Costellazioni ormai non sono più una psicoterapia, ma qualcosa di più, cioè uno strumento a servizio dell’Anima, quasi una via spirituale, un ulteriore passo in avanti, in sostanza, verso l’unificazione tra ricerca scientifica e pratica spirituale –.
Ma veniamo all’aspetto pratico delle Costellazioni familiari: ad un certo momento, certe domande premono… Prima tra tutte, come si attua una Costellazione? In che cosa consiste esattamente? Come si possono mettere in scena conflitti e dinamiche familiari tramite persone pressoché sconosciute che nulla sanno della nostra situazione privata?
Il procedimento in realtà è tanto semplice quanto delicato e profondo: il protagonista della Costellazione – chi mette in scena la propria storia familiare – enuncia il problema che lo riguarda (con poche parole! Hellinger ripete sempre che sono sufficienti le prime tre parole, essendo tutte le altre misture evitabili di morbosità e sovrastrutture: mi viene da pensare al fiorire delle trasmissioni tanto in voga in questi anni, Uomini e donne, C’è posta per te, tutte marchiate Maria De Filippi...), dopodiché sceglie tra i presenti una persona per rappresentare se stesso, un’altra la madre, talvolta un’altra ancora per il padre, il partner, il figlio e via dicendo.
A questo punto mette le  mani sulle spalle a ciascuno degli attori in modo da immetterli nel circuito energetico della propria famiglia (il cosiddetto campo morfogenetico), e prosegue disponendoli nello spazio in modo apparentemente casuale, ed esce di scena.
E’ sorprendente osservare come gli attori assumeranno certe posture, allineeranno gli sguardi ed interagiranno tra di loro quasi secondo invisibili linee di forza, finendo per creare una comunicazione fluida o rigida e sfuggente.
Il Costellatore (come il protagonista della Costellazione) si disporrà quindi in una posizione comoda da cui potrà vedere cosa succede dentro la Costellazione non senza aver prima suggerito agli attori di lasciar andare la mente e di abbandonarsi lentamente ai movimenti spontanei del corpo (“la mente, mente”, il corpo no).
Il Costellatore non giudicherà né interpreterà (ricordiamo il VISSI), perché ‘giudicare’ ed ‘interpretare’ significa lasciare spazio alla mente, con le sue limitazioni e i suoi nodi logici ed irrisolti, quindi a ben poca cosa rispetto a quello che si viene a creare nel campo energetico creato dalla Costellazione.
Le Costellazioni ci mostrano quindi che siamo immersi in qualcosa di più grande della nostra razionalità, in qualcosa che ha a che fare con il piano della Coscienza individuale e collettiva e dello Spirito, in cui noi possiamo comunque agire proprio perché ne siamo completamente parte.
A questo punto è veramente affascinante notare il movimento che si viene a creare tra gli attori: movimento spontaneo, preciso, duttile ma inesorabile, totalmente illogico.
Ci sono vari casi in cui è richiesto l’intervento del Costellatore: ad esempio quando un attore terrà lo sguardo fisso a terra o in alto, casi che solitamente si riferiscono a persone defunte di cui il familiare rappresentato non ha saputo elaborare il lutto.
Sarà proprio per moto spontaneo o in conseguenza di questi opportuni e discreti interventi del Costellatore che sarà possibile, nella maggior parte dei casi, trasformare l’assetto della Costellazione, favorendo la riconciliazione tra due membri della famiglia che prima non riuscivano neanche a sostenere lo sguardo l’uno dell’altro.
Tipico il caso della riconciliazione tra  figlio e madre, favorito dall’intervento del Costellatore che, una volta appurato ad esempio che quest’ultima non era riuscita a ‘vedere’ il figlio perché totalmente assorbita da una morte avvenuta nella sua famiglia d’origine, unirà gli sguardi dei due e suggerirà alla madre di chiedere perdono al figlio con semplici frasi (“Mi dispiace non averti potuto guardare, figlio mio, non ci sono proprio riuscita” oppure “Ho fatto del mio meglio, ma non mi è stato possibile” e così via).
Questo episodio modificherà la percezione del protagonista della Costellazione perché la riempirà di energia nuova e purificata che le farà cambiare il suo modo di stare nel mondo.
Dal momento che i fili di un legame spezzato sono stati ricongiunti, infatti, l’energia potrà riprendere a scorrere fluida ed i benefici ne seguiranno in maniera spontanea anche dopo tempo.
Per concludere, aggiungiamo che esistono due modi per lavorare all’interno di una Costellazione: il primo, quello più probabile, prevede l’intervento del Costellatore che chiederà agli interpreti di descrivere a turno cosa stanno provando, talvolta spostandoli nello spazio in modo tale che possano vedersi a vicenda o viceversa sfuggire allo sguardo insistente e non gradito di un altro attore.
In questo caso il Costellatore potrà anche scegliere di far uscire uno o più interpreti dal campo, sia quando il blocco sembrerà risolto che quando il raggiungimento di una riconciliazione al momento apparirà prematuro.
Il secondo modo di lavorare prevede invece un certo numero di interpreti abituati a lasciarsi guidare dal campo di energia, situazione in cui il Costellatore si asterrà da qualsiasi forma di intervento diretto  e lascerà il campo libero di agire.
In entrambe le ipotesi di lavoro, i movimenti saranno lenti e molto intensi (Hellinger li definisce infatti “movimenti dell’Anima”).
 La cosa che personalmente ho trovato più sorprendente è la rivelazione del campo morfogenetico (rivelato per primo dal biologo inglese Rupert Sheldrake), ossia di quel tipo di energia invisibile capace di trasmettere a chi non ne sa nulla informazioni circa la propria storia personale e familiare. Chiedo ad Elisabetta com’è possibile che nel campo morfogenetico si verifichino cambiamenti così radicali tra gli attori della Costellazione, e lei mi risponde che ciò accade in base alla cosiddetta ‘tendenza attualizzante’, ossia quella proprietà del campo di ristabilire in maniera spontanea, recuperandoli, i propri assetti purificati e disposti secondo i cosiddetti “Ordini dell’amore”.
Ed è proprio con questo breve rimando agli ordini dell’amore che mi piace concludere questa rapida riflessione.
Bert Hellinger ha codificato dei criteri in base ai quali è possibile verificare, ed in un secondo momento migliorare, le proprie relazioni affettive.
Voglio soffermarmi sul primo di questi criteri, quello che mi ha colpita in modo particolare: “se la relazione non è d’odio ma d’amore, quando ti fanno male reagisci ma un po’ di meno”. 
Che vuol dire? Vuol dire che una relazione non potrà che deteriorarsi o creare irretimenti quando all’offesa di una parte corrisponderà un’offesa ancora più grande dell’altra,  e così via, come avviene nelle relazioni basate sull’odio e sul non rispetto, in cui si consoliderà tutta una rete di malintesi e guerriglie.
Viceversa quando io all’offesa che ricevo da una persona che amo rispondo con un’altra offesa (perché siamo esseri umani ed in quanto tali reattivi) ma leggermente più piccola, e questa a sua volta, amando me, risponderà con un’offesa ancora più piccola, è chiaro che il conflitto in poco tempo scomparirà e che l’amore avrà modo di crescere.
E i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, in altre parole… il nostro amore… quando potrebbe essere più pieno di vita, più raro e prezioso se non quando è capace di crescere?

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